Descrizione
Creuza de mä Poster
Creuza de mä è il titolo della canzone e del omonimo disco firmato Fabrizio De André, pubblicato nel 1984. La canzone, totalmente in genovese, parla della città di Genova e della Liguria e si sofferma su questi strettissimi vicoli, spesso usate come mulattiere, che dall’entroterra portavano al mare.
“E ‘nt’ a barca du vin ghe navighiemu ‘nsc’i scheuggi” (E nella barca del vino navigheremo [anche] sugli scogli) “finché u matin… bacan d’a corda marsa d’aegua e de sä” (finché il mattino… padrone della corda marcia d’acqua e di sale), con quella corda finirà per legarci e riportarci al mare [al nostro destino] lungo una crêuza de ma.
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Testo Creuza de mä (originale)
Traduzione in italiano
Ombre di facce facce di marinai
da dove venite dov’è che andate
da un posto dove la luna si mostra nuda
e la notte ci ha puntato il coltello alla gola
e a montare l’asino c’è rimasto Dio
il Diavolo è in cielo e ci si è fatto il nido
usciamo dal mare per asciugare le ossa dall’Andrea
alla fontana dei colombi nella casa di pietra.
E nella casa di pietra chi ci sarà
nella casa dell’Andrea che non è marinaio
gente di Lugano facce da tagliaborse
quelli che della spigola preferiscono l’ala
ragazze di famiglia, odore di buono
che puoi guardarle senza preservativo.
E a queste pance vuote cosa gli darà
cosa da bere, cosa da mangiare
frittura di pesciolini, bianco di Portofino
cervelle di agnello nello stesso vino
lasagne da tagliare ai quattro sughi
pasticcio in agrodolce di lepre di tegole.
E nella barca del vino ci navigheremo sugli scogli
emigranti della risata con i chiodi negli occhi
finché il mattino crescerà da poterlo raccogliere
fratello dei garofani e delle ragazze
padrone della corda marcia d’acqua e di sale
che ci lega e ci porta in una mulattiera di mare
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